Peeeh..peeeh..peeeh..e che ..zzo,cosa succede!
Osti! La sveglia.Do set vigliaca.Shhh..smorset.Forza fuori dal letto.Oggi si pedala.
Sono le 5:00 ma va bene così.Colazione,prepara i viveri ,controllo di tutti gli ambaradan e per ultimo, saluto e congedo dalla consorte.Il biker è pronto per partire.
Sceso nel box,programmo il TomTom sperando che mi tenga per mano fino a Argegno,base di partenza dell’escursione(diciamo così) giornaliera.
Viaggio tranquillo ed eccomi al parcheggio proprio fuori la chiesa.Rapida vestizione sotto un venticello che scende dalla Val d’Intelvi(oggi mi sa che non suderò tanto) e via che si parte.Sono le 7:40.
Dieci metri in piano e comincia la salita che non mi abbandonerà per un bel po’.
Atteggiamento in sella conservativo e col 32/30 affronto la lunga salita,le gambe sembrano rispondere bene,rimango comunque accorto visto che è la seconda uscita dell’anno dopo il letargo pedalatorio invernale.
Raggiunto Castiglione chiedo a un local la scorciatoia per Blessagno(fraz. Prima di Pigra) e così proseguendo sulla provinciale arrivo al Consorzio Agrario e sul tornante giro a destra passando in una piccola frazione e proseguendo su strada molto secondaria segnalata come non troppo sicura passo davanti al cimitero di Blessagno e guadagnata la comunale giro a destra e mi avvio su strada finalmente spianata al traguardo di Pigra. Devo dire che è un bel paesino fuori dal mondo,così invece di proseguire per la strada Militare mi concedo un tour turistico fino all’arrivo della funivia.
Apro un inciso:Ho raggiunto Pigra pedalando in 80 min,niente di trascendentale,sono ben carburato e la gamba è bella calda,certo dipende poi dalla bike che si cavalca,ma guardando il tracciato di quello scatolino e pensando all’impegno fisico che richiede tirar su in sella certe bestie…comprendo anche chi farà una scelta più conservativa.
Bene pensiamo al secondo step..Rif.Alpe di Colonno.
Qui la cosa si fa più impegnativa passo al 32/34 e con pedalata concentrata che non abbandonerò più fino al rif. lascio che il fisico lavori in automatico e mi tiri fino al secondo step.45min.e anche questa è fatta.
Antivento indossato e giù per la discesa fra chiazze di neve al rif.Boffalora dove incontro i primi due umani.
Ultimo tratto per il Venini,sempre asfalto,pendenza severa ,ma il 32/34 fa il suo dovere e in 35 min.finalmente raggiungo il Venini.Aria sempre frizzantina per pedalata impegnativa,un pensiero va a quelli che saliranno pedalando d’estate sotto ol rebatù.
Quattro palle col rifugista e via sul percorso della linea Cadorna salendo prima sul Tremezzo e poi in sella discendendo fino alla selletta di separazione dal Crocione.Concludo le salite spunciando su anche l’amata,vedi mai che si risenta e calcolando che poi c’è di mezzo la discesa.
Effettivamente il panorama che si apprezza dai piedi della croce è notevolissimo specialmente in giornate terse.
Discesa.
Persi i primi metri in accompagno,rimontato e in traverso molto pendente si raggiunge il tracciato della discesa.Potete rifarvi per la descrizione al report del Cllocate di Monnrider,molto esaustivo.Io posso aggiungere alcune modalità di uso e consumo.
Il fondo della prima parte è frammisto con pietre staccatesi dai muretti di contenimento dagli spigoli piuttosto vivi (lavoro eccellente dei pica prede militari),perciò stare sempre accorti.Tenete in considerazione la fatica che andrà sempre più aumentando man mano si perde quota,perché a urlare prima della fine non saranno solo i freni surriscaldati ma anche i vostri quadricipiti femorali.
Et in cauda venenum:Se arrivate fatti sulla litoranea calcolate che per ritornare(dipende sempre da dove)la strada è tutta un continuo Sali scendi.
E alla fine del pistolotto….le stada prope u’na bela giornada.
le foto qui