Che giro ragazzi! Proprio da “ciclisti da montagna” o meglio da “montanari ciclisti”!
E dire che abbiamo iniziato l’arrampicata un po’ in sordina, senza troppa convinzione, un po’ per il timore della meteo e un po’ per le difficoltà del percorso. Del resto essere al cospetto di queste maestose montagne incute sempre quel senso di timore e di rispetto che ti fa pesare ogni passo che fai, ogni parole che pronunci.
Ma alla fine si sa com’è: nessuno molla, si vuole salire ancora un pezzetto, arrivare almeno al rifugio per la gloria di un brindisi con la posizione magica, ed eccoci tutti e otto al Rifugio Capanna 2000.
Da Zambla Alta si sale lungo una comoda strada in direzione della località Plassa che si raggiunge senza particolari problemi. Dalla Plassa la strada prosegue lungo il fianco della montagna con ripetuti strappi che iniziano a mettere alla prova le gambe. Si supera un’area campeggio e si raggiunge la “Cattedrale Vegetale” a circa 1.330 mt. Si prosegue fino alla fine dell’asfalto a quota 1.600 mt e lì inizia la vera scalata su una gippabile a tratti sconnessa, con pendenze che fanno bruciare le gambe e che obbligano i più a portare la MTB sulle spalle. E così un passo dopo l’altro eccoci al meritato rifugio, il più bel trofeo della giornata a quota 2.000 mt.
Chiediamo al rifugista il solito consiglio sul sentiero da prendere per il ritorno, soprattutto per evitare la prospettiva di ripercorre in discesa il tratto d’asfalto della strada Plassa. Ci viene consigliato il segnavia 238 che si raggiunge costeggiando la Cima di Grem e che discende lungo il lato sinistro del torrente Val Parina.
Partiamo, mentre le nubi avvolgono densamente tutta la zona rendendo difficoltosa la vista e l’orientamento. Una radio in testa ed una in coda per tenere il gruppo compatto e GPS ben attaccati. Ogni tanto una sosta tecnica per consultare le mappe e verificare la posizione (qui bisogna fare i complimenti a Ugo per la sua determinazione perchè in certi momenti un’esitazione può portare a commettere brutti errori). Proseguiamo, attraversando piccoli nevai, ruscelli, pendii, scendendo e risalendo in una natura selvaggia, seguendo un sentiero poco frequentato, a tratti impervio ed assolutamente non pedalabile. Si maledice il consiglio del rifugista: il CAI 238 non è un sentiero per bikers ed anzi impegnativo anche per comuni escursionisti.
Comunque con tanta determinazione e concentrazione scendiamo tutti uniti di quota fino alle prime malghe intorno ai 1.500 mt dove il sentiero comincia ad essere percorribile in sella alle ns. MTB. Raggiungiamo il Passo di Zambla e da li torniamo alle ns. auto a Serina.
Km percorsi: Km 40: Ascesa: 1.493 mt.
Tornando a casa pensavo a Emile Cuoé, psicanalista di inizio ‘900 che faceva ripetere ai suoi pazienti questo mantra: "Every day, in every way, I'm getting better and better". Applicato ad un biker scalcagnato come me potrebbe risuonare più o meno così: ogni volta, ad ogni giro, miglioro sempre di più.
Forza Cavallini! Forza MTB Stezzano!
