Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Buon divertimento raga....
DAI CHE FINITA LA SALITA INIZIA LA DISCESA MA OCIO CHE FRENE
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Anche questo l'ho "investito" egregiamente
La trasferta fatta per raggiungere e concludere questo epic non sono affatto troppi, abbiamo assaporato il dislivello in asc esa fatto appena sotto i 3000 mt, forse io non faccio testo, ma sentivo andavo in affanno al minimo sforzo richiesto da alcuni strappetti
Ci siamo stragoduti i panorami da favola che ci offriva il fantastico paesaggio tour "Ables"
Arrivati a 50 mt dalla vetta, una sfranata di ghiaione ci ha suggerito di abbandonare le bike e proseguire a piedi la conquista dei "3000", ma anche a piedi risultava pericoloso e dispersivo
Piano "B" - mangiamo e si parte verso la valle Zebru .............................................................................................................................................................................
discese da orgasmo passaggi in canaloni post-valanga abbeverate in pozze, da dividere con gli stambecchi ecc....ecc....ecc.....
In parole povere lo rifarei domattina !!!!
Grazie hai compagni per tutto e in particolare al "PRESIDENTE" che ha reso possibile il tutto
P.S. grazie @Alby per le birre offerte per il compleanno....
La trasferta fatta per raggiungere e concludere questo epic non sono affatto troppi, abbiamo assaporato il dislivello in asc esa fatto appena sotto i 3000 mt, forse io non faccio testo, ma sentivo andavo in affanno al minimo sforzo richiesto da alcuni strappetti
Ci siamo stragoduti i panorami da favola che ci offriva il fantastico paesaggio tour "Ables"
Arrivati a 50 mt dalla vetta, una sfranata di ghiaione ci ha suggerito di abbandonare le bike e proseguire a piedi la conquista dei "3000", ma anche a piedi risultava pericoloso e dispersivo
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“Se un uomo non ha scoperto qualcosa per cui è disposto a morire non è degno di vivere.”
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Penso che serper sia riuscito a descrivere bene lo stato d'animo di tutti i componenti la spedizione.
Anche io devo confermare che dopo i 2500 metri sono andato in affanno respiratorio.
Quel ghiaione sembra sia li, a tutelare l'integrita dei 3000, purtroppo... Vuoi per la neve vuoi per la troppa pioggia degli scorsi mesi, ma avventurarsi anche senza bike e' risultato troppo pericoloso, i sassi sotto ai nostri piedi scappavano verso valle...
Peccato si dovra' trovare un altra meta x toccare in 3000 con la bike...
Il resto del giro, a mio parere, un percorso in stle "ALP BIKE" dove non e' mancato niente: dal portage in tratti al limite della sicurezza; a singletrack in oineta su sentiero stretto a tornantini ricoperti di aghi di pini
Foto e immagini a breve
Anche io devo confermare che dopo i 2500 metri sono andato in affanno respiratorio.
Quel ghiaione sembra sia li, a tutelare l'integrita dei 3000, purtroppo... Vuoi per la neve vuoi per la troppa pioggia degli scorsi mesi, ma avventurarsi anche senza bike e' risultato troppo pericoloso, i sassi sotto ai nostri piedi scappavano verso valle...
Peccato si dovra' trovare un altra meta x toccare in 3000 con la bike...
Il resto del giro, a mio parere, un percorso in stle "ALP BIKE" dove non e' mancato niente: dal portage in tratti al limite della sicurezza; a singletrack in oineta su sentiero stretto a tornantini ricoperti di aghi di pini
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E PER LA FORZA DI UNA PAROLA IO RICOMINCIO LA MIA VITA, SONO NATO PER CONOSCERTI, PER CHIAMARTI LIBERTA'
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Tratto da: Orobie - Giugno 2009 - L'articolo del mese
Una strada, tante stelle
Costruito per scopi militari ma mai utilizzato, il percorso dell’Ables sul fianco del monte Reit arriva fino ai 3.012 metri del passo. Un’opera imponente in uno scenario spettacolare, per la cui salvaguardia si sono impegnati i volontari di numerosi gruppi Ana
Testo di Carlo Caccia – Fotografie di Mauro Lanfranchi
Passeggiate sotto le stelle, al cinema sotto le stelle, balli sotto le stelle: è il presente in fondo senza troppi pensieri, delle vacanze estive ormai alle porte. Una volta, però, sotto le stelle si faceva la guerra e noi, oggi, facciamo fatica ad immaginare quell’inferno. Perché «La guerra sotto le stelle», come recita il titolo del libro del generale Carlo Fettarappa Sandri, che nel 1928 fissò le testimonianze dei soldati dello Stelvio e dell’Ortles, del Cevedale e del San Matteo, era la guerra in alta montagna, dove i veri nemici non portavano la divisa ma si chiamavano gelo e valanghe e non avevano pietà per nessuno, da una parte e dall’altra. Nel mondo che era stato del silenzio tuonavano obici e cannoni e un milite senza nome, dallo sguardo vuoto e perso in quell'immane tragedia, riuscì addirittura a provare invidia per il compagno scomparso: «Gloria al caduto – scrisse – e fortunato lui che riposa tranquillo sotto queste belle ghiaie nel suo suolo natio». Tornata la pace, dopo lunghi anni di combattimenti che soltanto in poche occasioni erano andati oltre una disperata difesa delle posizioni, nel gruppo dell’Ortles-Cevedale come sui ghiacciai del vicino Adamello e tra le rocce delle Dolomiti rimasero i segni di quelle tristi vicende.
Tra questi la strada militare dell’Ables che dall’abitato di Uzza, appena fuori Bormio lungo la carrozzabile per Santa Caterina Valfurva, sale ai 3.012 metri di quota del valico che le dà il nome.
Già noto come passo Cristallo, il passo dell’Ables divide la Cresta di Reit (3.075 m) a ovest dal monte Cristallo (3.434 m) a est. Non facilmente riconoscibile, rappresenta il passaggio più semplice tra la valle dei Vitelli e il passo dello Stelvio a nord e la Valfurva a sud. Era quindi considerato una postazione militare di grande importanza il cui collegamento con Bormio, durante la Prima guerra mondiale, era garantito da una teleferica a motore. La strada, costruita per portare in quota i pezzi di artiglieria pesante, fu però ultimata soltanto nell’estate del 1918 e, in pratica, non venne mai utilizzata. La data di inizio dei lavori è invece ignota, in quanto coperta dal segreto militare. Il perché della segretezza è semplice: nel 1882 gli imperi germanico e austro-ungarico avevano firmato con il regno d’Italia la cosiddetta Triplice Alleanza, rinnovata più volte fino al 1912. La costruzione della strada, visto il suo scopo, era quindi un’aperta violazione al trattato, definitivamente annullato nel 1915 con l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Francia, della Gran Bretagna e della Russia.
La strada dell’Ables è un’opera imponente. Realizzata su terreno assai impervio sul fianco meridionale della cresta di Reit, in circa 14 chilometri di sviluppo supera ben 1.700 metri di dislivello, con una pendenza media attorno al 12 per cento. La sua sezione misura mediamente tre metri mentre i tornanti colpiscono per il loro ampio raggio, che doveva permettere il transito degli autocarri Fiat 18BL: veicoli a due assi di grandi dimensioni, con lo sterzo ridotto e le gomme piene, il cui motore a quattro cilindri di 5.650 centimetri cubi consentiva una velocità massima di 25 chilometri l’ora. L’osservatore moderno, percorrendo la strada - che nella parte superiore, oltre l’alpe Cristallo, è di fatto un sentiero -, è poi colpito dalle due gallerie e dai muraglioni a secco che la sostengono, visto che in qualche punto superano i cinque metri di altezza.
Soltanto otto anni fa, però, il manufatto si trovava in condizioni peggiori rispetto alle attuali. Se la bontà del progetto, nonostante la pressoché totale mancanza di manutenzione, aveva probabilmente limitato gli inevitabili danni del tempo, la strada presentava dei preoccupanti segni di degrado (tra cui dei crolli in corrispondenza di alcuni tornanti) e il rischio di irrimediabili cedimenti era molto concreto. Il danno sarebbe stato grave: con la strada dell’Ables, oltre che un’importante testimonianza storica, sarebbe sparita anche un’evidente potenzialità di carattere turistico-escursionistico. Così, dopo un primo allarme lanciato a Sondrio il 6 ottobre 2001, in occasione del convegno «Comunicare la montagna», nel 2002 la strada militare dell’Ables è stata inserita nel programma della «Settimana delle montagne» svoltasi in Valtellina dal 2 al 12 maggio.
Durante la manifestazione, per la precisione il 5 maggio, ben 40 escursionisti sono saliti per un buon tratto lungo lo storico percorso, apprezzandone le eccezionali caratteristiche panoramiche con vedute non soltanto sulle cime del gruppo dell’Ortles-Cevedale, ma anche su quelle del Bernina e delle Orobie.
Nel 2003, dopo la decisione della sezione di Tirano dell’Ana di attivare i propri soci e dopo lo stanziamento di un contributo da parte della Pro Valtellina, i volontari dei gruppi alpini di Valfurva, Grosotto, Pedenosso, Piatta Valdisotto, Premadio, Semogo e Sondalo hanno cominciato una serie di interventi alla strada e il 14 luglio dello stesso anno, a 2.000 metri di quota, è stato aperto un cantiere per riportare al livello originario un tratto del percorso scivolato a valle. Nel 2005 sono stati infine disposti altri lavori per la messa in sicurezza del tracciato tra i 1.500 e i 2.200 metri di altitudine.
Oggi, per percorrere la strada dell’Ables, è possibile arrivare con l’auto fino a Canareglia (1.541 m) o addirittura a Plazzanecco (1.691 m). Da Canareglia si sale inizialmente tra i larici, raggiungendo le baite di Ortagiu (1.625 m) da dove è già possibile osservare le friabili pareti della Cresta di Reit. Si continua attraversando i pascoli di Plazzanecco e il panorama, man mano che si sale, si estende sempre di più. Si raggiungono la fornace di calce (2.187 m) e l’Alpe Cristallo (2.500 m, fin qui è possibile salire anche in mountain bike) oltre la quale, in un ambiente molto particolare, la mulattiera si riduce ad un sentiero.
Il percorso attraversa in diagonale un vasto ghiaione, in perenne movimento, e diventa così poco evidente. Continuando si passa nelle vicinanze di caratteristici torrioni, originati dall’erosione, e dopo circa quattro ore di cammino si raggiunge finalmente il passo dell’Ables (3.012 m). Nei pressi del valico, oltre al bivacco Provolino ricavato da una baracca della Grande guerra, si trovano numerosi residuati bellici.
Da lassù, se i più esperti possono puntare alla vetta del monte Cristallo (si tratta di un itinerario di carattere alpinistico, da affrontare soltanto se adeguatamente preparati ed equipaggiati, magari accompagnati da una guida), i «semplici» escursionisti si possono «consolare» con un panorama spettacolare che al tramonto e all’alba, grazie ai giochi di luci e di ombre, si trasforma in uno spettacolo di ineguagliabile potenza ed effetto. L’abbiamo già detto: da qui la vista riesce ad afferrare un buon settore delle Alpi Centrali e dal passo si può spingere anche a nord, scivolando lungo la vedretta del Cristallo fino alla valle di Vitelli e a quella del Braulio. Il consiglio è allora quello di approfittare della presenza del bivacco e di pernottare lassù, nel cuore di quell’angolo di paradiso dove oggi, «sotto le stelle», regna fortunatamente la pace. Pace tra gli uomini, certamente, ma anche – visto che ci troviamo all'interno di uno dei più importanti parchi nazionali – pace tra gli uomini e la natura.
Carlo Caccia
Una strada, tante stelle
Costruito per scopi militari ma mai utilizzato, il percorso dell’Ables sul fianco del monte Reit arriva fino ai 3.012 metri del passo. Un’opera imponente in uno scenario spettacolare, per la cui salvaguardia si sono impegnati i volontari di numerosi gruppi Ana
Testo di Carlo Caccia – Fotografie di Mauro Lanfranchi
Passeggiate sotto le stelle, al cinema sotto le stelle, balli sotto le stelle: è il presente in fondo senza troppi pensieri, delle vacanze estive ormai alle porte. Una volta, però, sotto le stelle si faceva la guerra e noi, oggi, facciamo fatica ad immaginare quell’inferno. Perché «La guerra sotto le stelle», come recita il titolo del libro del generale Carlo Fettarappa Sandri, che nel 1928 fissò le testimonianze dei soldati dello Stelvio e dell’Ortles, del Cevedale e del San Matteo, era la guerra in alta montagna, dove i veri nemici non portavano la divisa ma si chiamavano gelo e valanghe e non avevano pietà per nessuno, da una parte e dall’altra. Nel mondo che era stato del silenzio tuonavano obici e cannoni e un milite senza nome, dallo sguardo vuoto e perso in quell'immane tragedia, riuscì addirittura a provare invidia per il compagno scomparso: «Gloria al caduto – scrisse – e fortunato lui che riposa tranquillo sotto queste belle ghiaie nel suo suolo natio». Tornata la pace, dopo lunghi anni di combattimenti che soltanto in poche occasioni erano andati oltre una disperata difesa delle posizioni, nel gruppo dell’Ortles-Cevedale come sui ghiacciai del vicino Adamello e tra le rocce delle Dolomiti rimasero i segni di quelle tristi vicende.
Tra questi la strada militare dell’Ables che dall’abitato di Uzza, appena fuori Bormio lungo la carrozzabile per Santa Caterina Valfurva, sale ai 3.012 metri di quota del valico che le dà il nome.
Già noto come passo Cristallo, il passo dell’Ables divide la Cresta di Reit (3.075 m) a ovest dal monte Cristallo (3.434 m) a est. Non facilmente riconoscibile, rappresenta il passaggio più semplice tra la valle dei Vitelli e il passo dello Stelvio a nord e la Valfurva a sud. Era quindi considerato una postazione militare di grande importanza il cui collegamento con Bormio, durante la Prima guerra mondiale, era garantito da una teleferica a motore. La strada, costruita per portare in quota i pezzi di artiglieria pesante, fu però ultimata soltanto nell’estate del 1918 e, in pratica, non venne mai utilizzata. La data di inizio dei lavori è invece ignota, in quanto coperta dal segreto militare. Il perché della segretezza è semplice: nel 1882 gli imperi germanico e austro-ungarico avevano firmato con il regno d’Italia la cosiddetta Triplice Alleanza, rinnovata più volte fino al 1912. La costruzione della strada, visto il suo scopo, era quindi un’aperta violazione al trattato, definitivamente annullato nel 1915 con l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Francia, della Gran Bretagna e della Russia.
La strada dell’Ables è un’opera imponente. Realizzata su terreno assai impervio sul fianco meridionale della cresta di Reit, in circa 14 chilometri di sviluppo supera ben 1.700 metri di dislivello, con una pendenza media attorno al 12 per cento. La sua sezione misura mediamente tre metri mentre i tornanti colpiscono per il loro ampio raggio, che doveva permettere il transito degli autocarri Fiat 18BL: veicoli a due assi di grandi dimensioni, con lo sterzo ridotto e le gomme piene, il cui motore a quattro cilindri di 5.650 centimetri cubi consentiva una velocità massima di 25 chilometri l’ora. L’osservatore moderno, percorrendo la strada - che nella parte superiore, oltre l’alpe Cristallo, è di fatto un sentiero -, è poi colpito dalle due gallerie e dai muraglioni a secco che la sostengono, visto che in qualche punto superano i cinque metri di altezza.
Soltanto otto anni fa, però, il manufatto si trovava in condizioni peggiori rispetto alle attuali. Se la bontà del progetto, nonostante la pressoché totale mancanza di manutenzione, aveva probabilmente limitato gli inevitabili danni del tempo, la strada presentava dei preoccupanti segni di degrado (tra cui dei crolli in corrispondenza di alcuni tornanti) e il rischio di irrimediabili cedimenti era molto concreto. Il danno sarebbe stato grave: con la strada dell’Ables, oltre che un’importante testimonianza storica, sarebbe sparita anche un’evidente potenzialità di carattere turistico-escursionistico. Così, dopo un primo allarme lanciato a Sondrio il 6 ottobre 2001, in occasione del convegno «Comunicare la montagna», nel 2002 la strada militare dell’Ables è stata inserita nel programma della «Settimana delle montagne» svoltasi in Valtellina dal 2 al 12 maggio.
Durante la manifestazione, per la precisione il 5 maggio, ben 40 escursionisti sono saliti per un buon tratto lungo lo storico percorso, apprezzandone le eccezionali caratteristiche panoramiche con vedute non soltanto sulle cime del gruppo dell’Ortles-Cevedale, ma anche su quelle del Bernina e delle Orobie.
Nel 2003, dopo la decisione della sezione di Tirano dell’Ana di attivare i propri soci e dopo lo stanziamento di un contributo da parte della Pro Valtellina, i volontari dei gruppi alpini di Valfurva, Grosotto, Pedenosso, Piatta Valdisotto, Premadio, Semogo e Sondalo hanno cominciato una serie di interventi alla strada e il 14 luglio dello stesso anno, a 2.000 metri di quota, è stato aperto un cantiere per riportare al livello originario un tratto del percorso scivolato a valle. Nel 2005 sono stati infine disposti altri lavori per la messa in sicurezza del tracciato tra i 1.500 e i 2.200 metri di altitudine.
Oggi, per percorrere la strada dell’Ables, è possibile arrivare con l’auto fino a Canareglia (1.541 m) o addirittura a Plazzanecco (1.691 m). Da Canareglia si sale inizialmente tra i larici, raggiungendo le baite di Ortagiu (1.625 m) da dove è già possibile osservare le friabili pareti della Cresta di Reit. Si continua attraversando i pascoli di Plazzanecco e il panorama, man mano che si sale, si estende sempre di più. Si raggiungono la fornace di calce (2.187 m) e l’Alpe Cristallo (2.500 m, fin qui è possibile salire anche in mountain bike) oltre la quale, in un ambiente molto particolare, la mulattiera si riduce ad un sentiero.
Il percorso attraversa in diagonale un vasto ghiaione, in perenne movimento, e diventa così poco evidente. Continuando si passa nelle vicinanze di caratteristici torrioni, originati dall’erosione, e dopo circa quattro ore di cammino si raggiunge finalmente il passo dell’Ables (3.012 m). Nei pressi del valico, oltre al bivacco Provolino ricavato da una baracca della Grande guerra, si trovano numerosi residuati bellici.
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Ottimo Ramos.Bel malloppo di immagini.
Certo che del Serper al se sent anche la fadiga.
Adesso dal Tarta voglio sentire oltre tutto il resto anche il fiato tirato su di caege......neh!
Certo che del Serper al se sent anche la fadiga.
Adesso dal Tarta voglio sentire oltre tutto il resto anche il fiato tirato su di caege......neh!
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
T.P.D.G., ma da ol tep... foto... filmato e racconto sono la mia passione del dopopedale...elio ha scritto:Ottimo Ramos.Bel malloppo di immagini.
Certo che del Serper al se sent anche la fadiga.
Adesso dal Tarta voglio sentire oltre tutto il resto anche il fiato tirato su di caege......neh!
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
In ritardo, ma sono reduce dal Bernina con trenino annesso (per chi non c'è stato è una meraviglia!) e discesa su Tirano, 15km di bosco, saltini e sassi fattibile da tutti dato che l'ho fatto io (!!) + 16 di asfalto da Poschiavo a Tirano. Consigliato, soprattutto dopo una faticaccia come l'Ables!!
Grazie ai compagni per la bellissima uscita. Ovviamente un plauso al Tarta che ci scova (e costruisce , vedi deviazione in val Zebrù) questi magnifici itinerari!!
Purtroppo la passione non sempre coincide con le proprie paure (vedi vertigini), ma mi sono difeso bene!! ( ) Grazie a tutti per aver "rallentato" su alcuni tratti in val Zebrù.
alla prossima EPIC!! ... adesso mi tocca rallentare un pò dato le concessioni ricevute dal capo
...dimenticavo auguri ad Alby !!
Grazie ai compagni per la bellissima uscita. Ovviamente un plauso al Tarta che ci scova (e costruisce , vedi deviazione in val Zebrù) questi magnifici itinerari!!
Purtroppo la passione non sempre coincide con le proprie paure (vedi vertigini), ma mi sono difeso bene!! ( ) Grazie a tutti per aver "rallentato" su alcuni tratti in val Zebrù.
alla prossima EPIC!! ... adesso mi tocca rallentare un pò dato le concessioni ricevute dal capo
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
mi unisco al coro di auguri x alberto...
ecco qualche mia foto...
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prossimamente filmato e racconto nella apposita sezione
ecco qualche mia foto...
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prossimamente filmato e racconto nella apposita sezione
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Se mi dicessero che è in programma anche domani , me se prepare al volo
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Re: Rilancio l'Ables per il 3 agosto 2013
Complimenti al gruppo! belle anche foto e video, ora la prossima volta non vi resta che salire direttamente al passo Zebru e godervi per intero tutta la discesa.