MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
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Dunque, vediamo da dove cominciare?
Ok, iniziamo dal Bar Oceano, di Lugano...
Anzi no, scusate, in questo forum si parla di tutt'altro, quindi per non annoiarvi, inziamo il racconto di questa pedalata seguendo gli schemi classici.
Piano, piano però, le cose da ricordare sono tante...
Ok, iniziamo dal Bar Oceano, di Lugano...
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PEDALO PER PASSIONE NON PER COMPETIZIONE
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
cominciamo dalla traccia
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Poi una personale riflessione su cosa intendo per "epic tour"
1. quando pedali in un ambiente incontaminato dove sono rari i segni di civiltà
2. quando la compagnia dei biker senti che è indispensabile
3. quando capisci che è dura, ma non sei ancora alla fine e ce la vuoi fare
4. quando non hai più la forza di contare i chilometri
5. quando sul tuo volto sparisce il sorriso e si legge la sofferenza
6. quando ti manca l'acqua come se fossi in un deserto
7. quando vedi il cartello del parcheggio dove hai lasciato l'auto e ti sembra di essere tornato in paradiso
ecco questo per me è un "epic tour"
1. quando pedali in un ambiente incontaminato dove sono rari i segni di civiltà
2. quando la compagnia dei biker senti che è indispensabile
3. quando capisci che è dura, ma non sei ancora alla fine e ce la vuoi fare
4. quando non hai più la forza di contare i chilometri
5. quando sul tuo volto sparisce il sorriso e si legge la sofferenza
6. quando ti manca l'acqua come se fossi in un deserto
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Il viaggio in auto
Erano le 6,30 di sabato 30 giugno 2012, i 4 partecipanti a questa pedalata, si sono ritrovati al solito camposanto, pronti ad affrontare una nuova impresa.
Si viaggia sul monovolume messo a disposizione da Simone, i componenti l'equipaggio vicini, vicini, mentre le bike strette strette.
_
Dopo circa 1 ora e 30 minuti di viaggio, gran parte del quale in autostrada, usciamo da confini nazionali e ci dirigiamo verso Castel San Pietro, dove in prossimità delle scuole, troviamo un parcheggio per l'auto gratuito (cosa alquanto rara in Svizzera).
Erano le 6,30 di sabato 30 giugno 2012, i 4 partecipanti a questa pedalata, si sono ritrovati al solito camposanto, pronti ad affrontare una nuova impresa.
Si viaggia sul monovolume messo a disposizione da Simone, i componenti l'equipaggio vicini, vicini, mentre le bike strette strette.
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Dopo circa 1 ora e 30 minuti di viaggio, gran parte del quale in autostrada, usciamo da confini nazionali e ci dirigiamo verso Castel San Pietro, dove in prossimità delle scuole, troviamo un parcheggio per l'auto gratuito (cosa alquanto rara in Svizzera).
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
La pedalata
Preparati bike e zaini, saliamo in sella e ci dirigiamo verso l'uscita del parcheggio imboccando Via Loverciano, per raggiungere il centro del piccolo paesino, fatto da strade strette e vecchie case, raggiungiamo, solo dopo 1 km, l'ultima via del paese, Via Carabelli Artisti, dove ha inizio la mulattiera.
Questo tratto di strada asfaltata è l'unico di tutto il percorso, quindi su 48 km totali pedalati solo 2 sono su asfalto.
Da subito la pendenza accentuata, ed il fondo della mulattiera composto da sassi pressati nel terreno, stabili, non permettono una pedalata fluida.
Il buon Gilio, fa notare subito la caratteristica di questo fondo, avvisandoci che è uno dei peggiori fondi da pedalare, e raccomandandoci di non aver premura a salire, che se il tratto dovesse essere tutto così, in cima arriviamo morti.
"Non avere premura di pedalare" a chi al Tarta?
Tranquillo Gilio, "fino all'una di questa notte ce nè di tempo".
In più si fa sentire sulle spalle l'alta umidità, talmente elevata, che ci sembra di penetrare una coltre ovattata.
In poche parole, una di quelle salite che sa lasciare il segno, tanto che sono state ripetute le soste idrighe ma soprattutto riprendifiato.
__
ma lo sapevamo, un giro di quasi 50 km, con più di 2000 metri di dislivello, non poteva che da subito essere faticoso.
Dopo circa 5 km, usciamo dal bosco, cala il tasso di umidità ed una leggera brezza rinfresca la pelle strabagnata.
Arriviamo in località Caviano, da dove abbiamo la prima visione panoramica sul Canton Ticino.
_
Preparati bike e zaini, saliamo in sella e ci dirigiamo verso l'uscita del parcheggio imboccando Via Loverciano, per raggiungere il centro del piccolo paesino, fatto da strade strette e vecchie case, raggiungiamo, solo dopo 1 km, l'ultima via del paese, Via Carabelli Artisti, dove ha inizio la mulattiera.
Questo tratto di strada asfaltata è l'unico di tutto il percorso, quindi su 48 km totali pedalati solo 2 sono su asfalto.
Da subito la pendenza accentuata, ed il fondo della mulattiera composto da sassi pressati nel terreno, stabili, non permettono una pedalata fluida.
Il buon Gilio, fa notare subito la caratteristica di questo fondo, avvisandoci che è uno dei peggiori fondi da pedalare, e raccomandandoci di non aver premura a salire, che se il tratto dovesse essere tutto così, in cima arriviamo morti.
"Non avere premura di pedalare" a chi al Tarta?
Tranquillo Gilio, "fino all'una di questa notte ce nè di tempo".
In più si fa sentire sulle spalle l'alta umidità, talmente elevata, che ci sembra di penetrare una coltre ovattata.
In poche parole, una di quelle salite che sa lasciare il segno, tanto che sono state ripetute le soste idrighe ma soprattutto riprendifiato.
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ma lo sapevamo, un giro di quasi 50 km, con più di 2000 metri di dislivello, non poteva che da subito essere faticoso.
Dopo circa 5 km, usciamo dal bosco, cala il tasso di umidità ed una leggera brezza rinfresca la pelle strabagnata.
Arriviamo in località Caviano, da dove abbiamo la prima visione panoramica sul Canton Ticino.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
ottimo reportage tarta (mààà, come avete fatto à calcare dentro le bike in quel modo?avete usato un caterpillar???) à si mac à si mac!!!!trop forc,mi avete fatto sghignazzare
Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
non potevi trovare rappresentazione migliore! concordo in pienoTARTA ha scritto:Poi una personale riflessione su cosa intendo per "epic tour"
1. quando pedali in un ambiente incontaminato dove sono rari i segni di civiltà
2. quando la compagnia dei biker senti che è indispensabile
3. quando capisci che è dura, ma non sei ancora alla fine e ce la vuoi fare
4. quando non hai più la forza di contare i chilometri
5. quando sul tuo volto sparisce il sorriso e si legge la sofferenza
6. quando ti manca l'acqua come se fossi in un deserto
7. quando vedi il cartello del parcheggio dove hai lasciato l'auto e ti sembra di essere tornato in paradiso
ecco questo per me è un "epic tour"
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Ma come detto siamo solo a 5 km dalla partenza, quindi avanti col racconto...
Salutiamo i pochi muratori incontrati che stavano lavorando alla sistemazione della baita, che ci rispondono con spicato accento ticinese stile Michelle Hunziker o Davide Van De Sfross
Riprendiamo a pedalare in salita e dopo un breve tratto, fortunatamente, in località Dosso Bello, la mulattiera ci permette di tirare il fiato per qualche decina di metri, per poi riprendere la sua pendenza iniziale fino a condurci in Località La Grassa, dove la visione di una presa d'acqua ci ritembra.
__
Mentre eseguiamo un ripasso generale sulla fatica appena conclusa, chiediamo informazioni all'unico biker incontrato, su quale sentiero dovremmo percorrere per raggiunge il Monte Generoso.
Memorizzate mentalmente questa posizione e questa presa d'acqua, perchè poi nel racconto diventarà un'importante punto di riferimento.
Riempiamo le sacche idrighe, svuotate completamente lungo i primi 5 km, il Gilio lascia il segno del nostro passaggio sul palo in prossimità della presa d'acqua, e riprendiamo la nostra strada.
Per ora la chiamiamo ancora strada, poi più avanti cambieà nome.
E' magnifico l'ambiente che ci circonda, fatto di prati che si alternano a boschi di faggi.
Baita Balduana la raggiungiamo dopo 3 km di pedalata dalla fontanina.
Non ci fermiamo, anche se il proprietario fuori da locale, ci avrebbe invitato ad entrare, ma a noi è servito solo a chiedere conferma che avremmo dovuto girare a destra e prendere il sentiero che sale nel bosco.
Stupendo paesaggio, immersi nel bosco su di un sentiero sterrato, mai stretto e sempre pedalabile, e grazie alla protezione della vegetazione, riusciamo a pedalare sempre all'ombra così chè la temperatura e l'umidità non ci stronchino.
Salutiamo i pochi muratori incontrati che stavano lavorando alla sistemazione della baita, che ci rispondono con spicato accento ticinese stile Michelle Hunziker o Davide Van De Sfross
Riprendiamo a pedalare in salita e dopo un breve tratto, fortunatamente, in località Dosso Bello, la mulattiera ci permette di tirare il fiato per qualche decina di metri, per poi riprendere la sua pendenza iniziale fino a condurci in Località La Grassa, dove la visione di una presa d'acqua ci ritembra.
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Mentre eseguiamo un ripasso generale sulla fatica appena conclusa, chiediamo informazioni all'unico biker incontrato, su quale sentiero dovremmo percorrere per raggiunge il Monte Generoso.
Memorizzate mentalmente questa posizione e questa presa d'acqua, perchè poi nel racconto diventarà un'importante punto di riferimento.
Riempiamo le sacche idrighe, svuotate completamente lungo i primi 5 km, il Gilio lascia il segno del nostro passaggio sul palo in prossimità della presa d'acqua, e riprendiamo la nostra strada.
Per ora la chiamiamo ancora strada, poi più avanti cambieà nome.
E' magnifico l'ambiente che ci circonda, fatto di prati che si alternano a boschi di faggi.
Baita Balduana la raggiungiamo dopo 3 km di pedalata dalla fontanina.
Non ci fermiamo, anche se il proprietario fuori da locale, ci avrebbe invitato ad entrare, ma a noi è servito solo a chiedere conferma che avremmo dovuto girare a destra e prendere il sentiero che sale nel bosco.
Stupendo paesaggio, immersi nel bosco su di un sentiero sterrato, mai stretto e sempre pedalabile, e grazie alla protezione della vegetazione, riusciamo a pedalare sempre all'ombra così chè la temperatura e l'umidità non ci stronchino.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Continuiamo a salire, e d'improvviso, nel bosco, s'intravede una piccola costruzione.
Sembra la casa di Heidi ma ad attenderci non ci sono le caprette, bensì una stazione ferroviaria, da dove passa un trenino a cremaliera che parte da Mendrisio e porta in vetta al Monte Generoso.
__
La località si chiama Bellavista, ma purtroppo, causa l'alto tasso di umidità, da come potete vedere nella foto, non c'era propio una gran bella vista.
Ci prendiamo qualche decina di minuti per girare nella zona, guardare ed osservare il panorama, o quello che ci regala, leggere le informazioni sui cartelli turistici, e quelle sul muro della stazione, fra le quali quella che informa che con pochi franchi è possibile farsi portare in vetta e noleggiare delle moutainbike.
Così hanno fatto 2 svizzeri che sono usciti da una porticina con due Specialized Enduro.
Prendiamo l'unica decisione, che il nostro spirito pedalatorio di oggi, ci suggerisce, proseguiamo sul sentiero che parte alla sinistra della strada ferrata, salendo in un bosco di pini, ma fra rocce e radici, la pedalata è difficoltosa, ed anche il Gilio riesce solo a tratti a percorrere i primi 50 metri, quando incrociamo dei trekkingman che ci dicono che più sotto c'era un'altro sentiero più semplice e pedalabile, ma che oramai eravamo arrivati quasi in cima e dalla cima il sentiero sarebbe spianato.
In effetti poi il sentiero spiana, sensibilmente, e prosegue a pochi metri dalla traccia ferroviaria, fino ad un certo punto dove la stessa traccia si deve attraversare per riprendere il sentiero dal lato opposto.
Sembra la casa di Heidi ma ad attenderci non ci sono le caprette, bensì una stazione ferroviaria, da dove passa un trenino a cremaliera che parte da Mendrisio e porta in vetta al Monte Generoso.
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La località si chiama Bellavista, ma purtroppo, causa l'alto tasso di umidità, da come potete vedere nella foto, non c'era propio una gran bella vista.
Ci prendiamo qualche decina di minuti per girare nella zona, guardare ed osservare il panorama, o quello che ci regala, leggere le informazioni sui cartelli turistici, e quelle sul muro della stazione, fra le quali quella che informa che con pochi franchi è possibile farsi portare in vetta e noleggiare delle moutainbike.
Così hanno fatto 2 svizzeri che sono usciti da una porticina con due Specialized Enduro.
Prendiamo l'unica decisione, che il nostro spirito pedalatorio di oggi, ci suggerisce, proseguiamo sul sentiero che parte alla sinistra della strada ferrata, salendo in un bosco di pini, ma fra rocce e radici, la pedalata è difficoltosa, ed anche il Gilio riesce solo a tratti a percorrere i primi 50 metri, quando incrociamo dei trekkingman che ci dicono che più sotto c'era un'altro sentiero più semplice e pedalabile, ma che oramai eravamo arrivati quasi in cima e dalla cima il sentiero sarebbe spianato.
In effetti poi il sentiero spiana, sensibilmente, e prosegue a pochi metri dalla traccia ferroviaria, fino ad un certo punto dove la stessa traccia si deve attraversare per riprendere il sentiero dal lato opposto.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Appena superati i binari, entriamo in un bosco, continuiamo a pedalare in leggera salita, qualche centinaia di metri ed usciamo dal bosco.
Allorizzonte si intravede il culmine del Monte Generoso, cioè il punto d'arrivo della strada ferrata.
__
__
In effetti visivamente il punto d'arrivo sembra vicino:
20 minuti certifica il pianura
15 minuti controbbatte il Gilio.
Il problema però è che quasi tutto il sentiero è composto da rocce piatte posizionate a gradoni che non permettono di pedalare, quindi è obbligo la bike a spinta.
Risultato 1 ora per arrivare in fondo.
Questo tratto è l'unico di tutto il percorso che non si riesce a pedalare.
Considerata l'altitudine raggiunta e i 50 km del percorso, farne solo 1 a spinta sembra quasi impossibile.
Faticoso, però, vuoi per il continuo alza e abbassa la bike, vuoi perchè è completamente sotto il sole, ma alla fine, ci siamo arrivati, stremati e disidratati.
Tanto che qualcuno avrebbe voluto riprendere le forze al "Bar per Cani".
___
continua...
Allorizzonte si intravede il culmine del Monte Generoso, cioè il punto d'arrivo della strada ferrata.
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In effetti visivamente il punto d'arrivo sembra vicino:
20 minuti certifica il pianura
15 minuti controbbatte il Gilio.
Il problema però è che quasi tutto il sentiero è composto da rocce piatte posizionate a gradoni che non permettono di pedalare, quindi è obbligo la bike a spinta.
Risultato 1 ora per arrivare in fondo.
Questo tratto è l'unico di tutto il percorso che non si riesce a pedalare.
Considerata l'altitudine raggiunta e i 50 km del percorso, farne solo 1 a spinta sembra quasi impossibile.
Faticoso, però, vuoi per il continuo alza e abbassa la bike, vuoi perchè è completamente sotto il sole, ma alla fine, ci siamo arrivati, stremati e disidratati.
Tanto che qualcuno avrebbe voluto riprendere le forze al "Bar per Cani".
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continua...
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
TARTA non ti smentisci mai, sei un GRANDE
"La vita è come la bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti..."
Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.Jim Morrison
Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.Jim Morrison
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Al grido "fuori i panini" si inizia a divorare il contenuto degli zaini, col pensiero di averli più leggeri per il resto della pedalata.
E ne sono usciti di tutti i tipi e gusti..
E Simone si è rilassato sulla migliore poltrona che il luogo offriva
Consumato il rito cibatorio e ci riprepariamo per proseguire.
Siamo solo ad 1/3 del giro, ma sapere che ha inizio la prima discesa, ci entusiasma, non ci facciamo mancare niente, nemmeno le protezioni.
E ne sono usciti di tutti i tipi e gusti..
E Simone si è rilassato sulla migliore poltrona che il luogo offriva
Consumato il rito cibatorio e ci riprepariamo per proseguire.
Siamo solo ad 1/3 del giro, ma sapere che ha inizio la prima discesa, ci entusiasma, non ci facciamo mancare niente, nemmeno le protezioni.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
...ma come continua il racconto? mi sto appassionando io sono arrivata alle protezioni e la discesa?
attendo come va a finire
attendo come va a finire
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
ecco come continua...
Indossate le protezioni, ci dirigiamo verso l'Italia, si l'Italia, ma dov'è?
Non si vedono transenne, non si vedono gendarmi!!!
Dov'è l'Italia, o per lo meno diteci dove inizia, così torniamo a risentirci a casa nostra.
E chi lo sa, ancora oggi nessuno dei quattro penso possa dire di aver notato il confine, forse quel cancello di ferro con una targa che ricordava ai passanti di chiuderlo dopo averlo attraversato.
Continuiamo seguendo il sentiero ben marcato, ma soprattutto affidandoci completamente alla traccia caricata nel mio navigatore, fino ad arrivare ad una palina segnaletica CAI (quindi siamo in Italia) che ci invita a girare a sinistra.
Ecco questo è l'inizio del lungo sentiero che scende dal Generoso, quello molto noto nell'ambiente biker, di cui si trovano in rete infinite descrizioni e filmati.
__
Lungo questa discesa c'è da prestare particolare attenzione ai tratti molto esposti, dove se per caso vi scivola la ruota anteriore, salutate la bike e cercate di rimanere sul sentiero almeno voi, e da non sottovalutare la presenza degli escursionisti a piedi, se li incontrate nel posto sbagliato, o passate voi o passano loro.
Giù, giù, (giusto per richiamare il titolo del report), troppo giù, come spesso succede, godendo della discesa e non controllando il gps, si rischia di prendere il sentiero sbagliato, ma fortunatamente, quello preso da noi, poco più avanti si ricongiunge sul sentiero principale.
Peccato però, perchè così non siamo passati dalla grotta di JJ.
Niente di male, di immagini in rete se ne trovano per poter scrivere il report.
Giunti ad una spianata, ci voltiamo per vedere dove poco prima eravamo partiti.
Minkia, solo poco fa eravamo la su in cima a quella montagna sulla sinistra...
poxxx zozza.
Discesa finita, purtroppo, ma ci consola l'incontro con un gruppo di escursionisti, fra i quali una superdotata anteriormente, che agli occhi del pianura non è sfuggita, ma che, con grande rammrico da parte nostra, non è riuscita a spiegarci da quale sentiero sono saliti e quindi tantomeno da quale sentiero saremmo dovuti scendere.
Oregon, batti un colpo!!!!
Ed ecco che appena mi incammino lungo un sentiero poco segnato, il "gioppino" mi conferma che è da quella parte che dobbiamo passare.
Torniamo a scendere verso il fondovalle.
Costeggiamo le pendici del Monte Orimento fino a giungere al piccolo paesino che da il nome alla montagna.
Indossate le protezioni, ci dirigiamo verso l'Italia, si l'Italia, ma dov'è?
Non si vedono transenne, non si vedono gendarmi!!!
Dov'è l'Italia, o per lo meno diteci dove inizia, così torniamo a risentirci a casa nostra.
E chi lo sa, ancora oggi nessuno dei quattro penso possa dire di aver notato il confine, forse quel cancello di ferro con una targa che ricordava ai passanti di chiuderlo dopo averlo attraversato.
Continuiamo seguendo il sentiero ben marcato, ma soprattutto affidandoci completamente alla traccia caricata nel mio navigatore, fino ad arrivare ad una palina segnaletica CAI (quindi siamo in Italia) che ci invita a girare a sinistra.
Ecco questo è l'inizio del lungo sentiero che scende dal Generoso, quello molto noto nell'ambiente biker, di cui si trovano in rete infinite descrizioni e filmati.
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Lungo questa discesa c'è da prestare particolare attenzione ai tratti molto esposti, dove se per caso vi scivola la ruota anteriore, salutate la bike e cercate di rimanere sul sentiero almeno voi, e da non sottovalutare la presenza degli escursionisti a piedi, se li incontrate nel posto sbagliato, o passate voi o passano loro.
Giù, giù, (giusto per richiamare il titolo del report), troppo giù, come spesso succede, godendo della discesa e non controllando il gps, si rischia di prendere il sentiero sbagliato, ma fortunatamente, quello preso da noi, poco più avanti si ricongiunge sul sentiero principale.
Peccato però, perchè così non siamo passati dalla grotta di JJ.
Niente di male, di immagini in rete se ne trovano per poter scrivere il report.
Giunti ad una spianata, ci voltiamo per vedere dove poco prima eravamo partiti.
Minkia, solo poco fa eravamo la su in cima a quella montagna sulla sinistra...
poxxx zozza.
Discesa finita, purtroppo, ma ci consola l'incontro con un gruppo di escursionisti, fra i quali una superdotata anteriormente, che agli occhi del pianura non è sfuggita, ma che, con grande rammrico da parte nostra, non è riuscita a spiegarci da quale sentiero sono saliti e quindi tantomeno da quale sentiero saremmo dovuti scendere.
Oregon, batti un colpo!!!!
Ed ecco che appena mi incammino lungo un sentiero poco segnato, il "gioppino" mi conferma che è da quella parte che dobbiamo passare.
Torniamo a scendere verso il fondovalle.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
il sentiero arriva preciso, preciso, nella piccola piazzetta della frazione di Orimento, nel comune di Erbonne.
http://it.wikipedia.org/wiki/Erbonne
Qualche auto nel parcheggio, ma soprattutto, un segnale casalingo, quello che da tempo stavamo cercando.
Bar-Ristorante, menoooooooooo maleeeeeeee.
Dai, dai, tu cosa bevi, io bevo..., tu cosa vuoi.... io prendo... pago io, non lascia fare a me...
Il Pianura seduto su di un gradino all'ombra, voltando le spalle ad un tavolo, appena sente che il clima fra di noi si tranquillizza, ci richiama (muovendo il dito pollice della mano destra dietro la spalla destra)
"Ei raga, questi qua dietro hanno dei piatti di pizzoccheri da paura, quasi, quasi, io me ne faccio uno"...
Risata generale, inclusa quella di chi stava mangiando.
Gilio risponde: "ma se fino a due secondi fa morivi di sete, adesso vuoi i pizzoccheri".
Pianura: "Dai Gilio lasemen mangà un piat"....
Gilio: "no niente, solo bere, è tardi e dobbiamo tornare verso la macchina".
Fra una coca-cola, un the, e due schweppes, si avvicina un tipo, che ci chiede da dove proveniamo
Da Castel San Pietro, la risposta...
E dov'è?
Come dov'è?, rispondiamo allibiti... in Svizzera fra Ponte Chiasso e Lugano.
Minkiaaaaa il coro unanime di tutti i presenti che ci hanno visti togliere le protezioni cavalleresche precedentemente indossate.
Lui continua: "quindi venite dal Generoso, e ora dove state andando".
Gli mostro la mappa, lui ci dice che è un biker locale a riposo forzato dalla moglie incinta, e ci indica alcuni percorsi da farsi in discesa fino a raggiungere Erbonne.
Praticamente una bella accorciatura dell'itinerario.
Ascoltiamo, e ci facciamo dare tutte le indicazioni.
Poi appena ripresa la sella, prendiamo il sentiero che ci ha indicato come vecchia strada romana, ed è proprio quello che avremmo dovuto seguire.
Meglio così, se saremmo andati da un'altra parte e finiti in una valle senza poi poter usufruire delle indicazioni, come avremmo fatto a tornare all'auto.
Pedaliamo tranquillamente, lungo il sentiero ed all'improvviso davanti a noi...
Uno splendido esemplare di fagiano maschio.
http://it.wikipedia.org/wiki/Erbonne
Qualche auto nel parcheggio, ma soprattutto, un segnale casalingo, quello che da tempo stavamo cercando.
Bar-Ristorante, menoooooooooo maleeeeeeee.
Dai, dai, tu cosa bevi, io bevo..., tu cosa vuoi.... io prendo... pago io, non lascia fare a me...
Il Pianura seduto su di un gradino all'ombra, voltando le spalle ad un tavolo, appena sente che il clima fra di noi si tranquillizza, ci richiama (muovendo il dito pollice della mano destra dietro la spalla destra)
"Ei raga, questi qua dietro hanno dei piatti di pizzoccheri da paura, quasi, quasi, io me ne faccio uno"...
Risata generale, inclusa quella di chi stava mangiando.
Gilio risponde: "ma se fino a due secondi fa morivi di sete, adesso vuoi i pizzoccheri".
Pianura: "Dai Gilio lasemen mangà un piat"....
Gilio: "no niente, solo bere, è tardi e dobbiamo tornare verso la macchina".
Fra una coca-cola, un the, e due schweppes, si avvicina un tipo, che ci chiede da dove proveniamo
Da Castel San Pietro, la risposta...
E dov'è?
Come dov'è?, rispondiamo allibiti... in Svizzera fra Ponte Chiasso e Lugano.
Minkiaaaaa il coro unanime di tutti i presenti che ci hanno visti togliere le protezioni cavalleresche precedentemente indossate.
Lui continua: "quindi venite dal Generoso, e ora dove state andando".
Gli mostro la mappa, lui ci dice che è un biker locale a riposo forzato dalla moglie incinta, e ci indica alcuni percorsi da farsi in discesa fino a raggiungere Erbonne.
Praticamente una bella accorciatura dell'itinerario.
Ascoltiamo, e ci facciamo dare tutte le indicazioni.
Poi appena ripresa la sella, prendiamo il sentiero che ci ha indicato come vecchia strada romana, ed è proprio quello che avremmo dovuto seguire.
Meglio così, se saremmo andati da un'altra parte e finiti in una valle senza poi poter usufruire delle indicazioni, come avremmo fatto a tornare all'auto.
Pedaliamo tranquillamente, lungo il sentiero ed all'improvviso davanti a noi...
Uno splendido esemplare di fagiano maschio.
PEDALO PER PASSIONE NON PER COMPETIZIONE
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E PER LA FORZA DI UNA PAROLA IO RICOMINCIO LA MIA VITA, SONO NATO PER CONOSCERTI, PER CHIAMARTI LIBERTA'
Lapide sul Monte Grappa - Pedalata del 2 agosto 2014
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Lì per lì l'intento era di catturarlo, ma poi chi se lo portava nello zaino...
Ed il rimpianto di aver amazzato un'ucellone...
Decidiamo di lasciarlo andare...
Ma il problema è che il fagiano inizialmente si è rivoltato contro al Gilio, ma poi si è affezzionato al gruppo, tanto che Gilio avrebbe voluto ataccargli un'adesivo, ed ha continuato a seguirci per alcune centinaia di metri, in seconda posizione, dietro la mia ruota posteriore ma davanti alla bike del Gilio.
Alla fine siamo riusciti a fargli prendere un'altra strada.
E noi siamo arrivati alla famosa croce di ferro che il ragazzo incontrato al bar ci aveva indicato come il punto d'inizio di un'altro sentiero in discesa.
Ci siamo messi alla ricerca di questo sentiero direttissimo su Erbonne, ma senza riuscire a capire quale fosse.
Fortunatamente ci è venuto incontro il mitico Ermanno, 9 anni, scarponi ai piedi, bastone in mano, già grande guidatore di mandrie in alpeggio.
Ci dice che lui era salito alla croce lungo un sentiero poco segnato sulla dorsale del monte Ermogna, sul quale ci trovavamo, ma dopo un sopraluogo tecnico da parte del Gilio, si decide di proseguire lungo il percorso prestabilito.
Una lunga discesa su antica strada romana, termina a Pian delle Alpi.
Nell'ultimo tratto incontriamo un biker di lingua tedesca con gomma bucata, chiediamo se aveva bisogno d'aiuto, ma non capendo la sua lingua, e lui la nostra, non siamo stati in grado di aiutarlo, anzi sembrava quasi rifiutasse il nostro aiuto.
A Pian delle Alpi, attraversiamo la strada provinciale e ricominciamo a salire lungo un largo sentiero sterrato.
Il Pianura comincia a chiedermi se la salita è finita, sente che le forze cominciano a mancare e non vorrebbe ritrovarsi ad affrontare una lunga salita.
Cerco di rassicurarlo.
__
E così pedalata, dopo pedalata, raggiungiamo di nuovo il confine con la Svizzera in località Bonello.
Ed il rimpianto di aver amazzato un'ucellone...
Decidiamo di lasciarlo andare...
Ma il problema è che il fagiano inizialmente si è rivoltato contro al Gilio, ma poi si è affezzionato al gruppo, tanto che Gilio avrebbe voluto ataccargli un'adesivo, ed ha continuato a seguirci per alcune centinaia di metri, in seconda posizione, dietro la mia ruota posteriore ma davanti alla bike del Gilio.
Alla fine siamo riusciti a fargli prendere un'altra strada.
E noi siamo arrivati alla famosa croce di ferro che il ragazzo incontrato al bar ci aveva indicato come il punto d'inizio di un'altro sentiero in discesa.
Ci siamo messi alla ricerca di questo sentiero direttissimo su Erbonne, ma senza riuscire a capire quale fosse.
Fortunatamente ci è venuto incontro il mitico Ermanno, 9 anni, scarponi ai piedi, bastone in mano, già grande guidatore di mandrie in alpeggio.
Ci dice che lui era salito alla croce lungo un sentiero poco segnato sulla dorsale del monte Ermogna, sul quale ci trovavamo, ma dopo un sopraluogo tecnico da parte del Gilio, si decide di proseguire lungo il percorso prestabilito.
Una lunga discesa su antica strada romana, termina a Pian delle Alpi.
Nell'ultimo tratto incontriamo un biker di lingua tedesca con gomma bucata, chiediamo se aveva bisogno d'aiuto, ma non capendo la sua lingua, e lui la nostra, non siamo stati in grado di aiutarlo, anzi sembrava quasi rifiutasse il nostro aiuto.
A Pian delle Alpi, attraversiamo la strada provinciale e ricominciamo a salire lungo un largo sentiero sterrato.
Il Pianura comincia a chiedermi se la salita è finita, sente che le forze cominciano a mancare e non vorrebbe ritrovarsi ad affrontare una lunga salita.
Cerco di rassicurarlo.
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E così pedalata, dopo pedalata, raggiungiamo di nuovo il confine con la Svizzera in località Bonello.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Pausa recupero energie...
Si mangia quello che ormai è rimasto nello zaino, poco, solo qualche barretta energetica.
Si svuotano le sacche idriche, si tiene un po' d'acqua nelle borracce.
Foto di rito e via di nuovo in discesa.
Ancora un magnifico sentiero ombreggiato, davanti a noi da percorrere.
Una discesa lunga 4 km che da 1100 metri termina a 600 metri.
Lungo questo tratto, abbiamo incrociato altri biker che salivano, e guardandoci in faccia, il nostro commento è stato, sono matti, alle 16 del pomeriggio salire verso il confine su questo sentiero è da pazzi, visto anche il dislivello.
Giungiamo a Cabbio.
___
Un piccolissimo borgo dove la presenza umana è segnalata da qualche piccolo oggetto lasciato sui davanzali delle finestre, da alcuni muri dipinti, mentre l'impressione reale è quella di un paese abitato dalle streghe.
Impossibile non scattare qualche foto ricordo in un luogo così suggestivo.
Proseguiamo raccontandoci le impressioni vissute in quel piccolo borgo, prendiamo una salita su asfalto lunga circa 20 metri, ma con pendenza che si aggirava intorno al 20%, e come inizia a spianare, un segnale ci indica che dobbiamo svoltare bruscamente a destra e prendere il sentiero.
Inizia male, svolta re a destra ed iniziare a pedalare è impossibile, troppa pendenza, bisogna scendere dalla bike e spingere, mentre Gilio tira fuori le sue doti da super allenato e inizia a salire pedalando.
Entriamo nel bosco, dietro di me Pianura mi chiede a che punto siamo e quanto manca...
Stai sereno, manca poco...
ma mi avevi detto che le salite erano finite, quando siamo ritornati in Svizzera dal Bonello.
Non preoccuparti, manca poco....
Le emoticon qui sopra mostrano com'era il volto del Pianura quando alla fine, il mio non preoccuparti voleva dire 5 km in salita, mai difficoltosa, su sterrato battuto, che in un giorno di semplice pedalata affronti senza nessuna preoccupazione, ma che dopo 40 km, e 7 ore di bike, diventa un "calvario".
Quando non ne hai più, sei al limite, finisci tutte le risorse, incluse quelle idriche, nel cervello iniziano a picchiare i ritmi dello scoppiamento e nelle orecchie ti senti sussurrare dal profondo dell'inconscio "molla che sei finito", è la presenza di validi compagni che ti stimolano con le loro parole (che quasi non vorresti sentire) diventa importante ed indispensabile.
___
Devo essere sincero, anche io lungo questo tratto di salita ero alla frutta, quella sciroppata.
L'espressione del mio volto è passata dal sorriso alla disperazione, tant'è vero che il Gilio si è preoccupato.
Ad un certo punto ho cominciato a rifiutare l'aiuto del gioppino per paura che mi comunicasse che mancava ancora molto.
Simone, impagabile compagno di giornata, verso la fine ha dovuto cedere, la stanchezza ha pesato sulla concentrazione, tanto che anche per lui i piccoli ostacoli sono diventati un'impresa.
ma lo spirito del gruppo non è mai morto, ho visto scambi di acqua, scambi di alimenti proteici, parole di conforto, tutti per uno uno per tutti.
E poi, e poi, ecco dopo una leggera discesa, apparire davanti ai nostri occhi la fontanella, si quella che tanto stavamo aspettando, quella che sapevamo di ritrovare al ritorno e che segnava che era quasi finita.
Dire che con quell'acqua ci siamo fatti il bagno non è un'esagerazione, dire che ci siamo bevuti almeno 1 litro d'acqua a testa non è un'esagerazione.
Ora però ci aspettava solo la lunga discesa fino al parcheggio, una lunga frullata sui sassi della mulattiera, tanto da farci venire le formiche nella mani.
Ma poi...
la P del parcheggio, quella P che ci ha fatto tornare in Paradiso ed il sorriso sui volti.
La memoria risveglia i precedenti, in particolare il Legnone, che ho pedalato con altri del gruppo lo scorso anno.
Sono le 19,30 - 11 ore di pura moutainbike
Si mangia quello che ormai è rimasto nello zaino, poco, solo qualche barretta energetica.
Si svuotano le sacche idriche, si tiene un po' d'acqua nelle borracce.
Foto di rito e via di nuovo in discesa.
Ancora un magnifico sentiero ombreggiato, davanti a noi da percorrere.
Una discesa lunga 4 km che da 1100 metri termina a 600 metri.
Lungo questo tratto, abbiamo incrociato altri biker che salivano, e guardandoci in faccia, il nostro commento è stato, sono matti, alle 16 del pomeriggio salire verso il confine su questo sentiero è da pazzi, visto anche il dislivello.
Giungiamo a Cabbio.
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Un piccolissimo borgo dove la presenza umana è segnalata da qualche piccolo oggetto lasciato sui davanzali delle finestre, da alcuni muri dipinti, mentre l'impressione reale è quella di un paese abitato dalle streghe.
Impossibile non scattare qualche foto ricordo in un luogo così suggestivo.
Proseguiamo raccontandoci le impressioni vissute in quel piccolo borgo, prendiamo una salita su asfalto lunga circa 20 metri, ma con pendenza che si aggirava intorno al 20%, e come inizia a spianare, un segnale ci indica che dobbiamo svoltare bruscamente a destra e prendere il sentiero.
Inizia male, svolta re a destra ed iniziare a pedalare è impossibile, troppa pendenza, bisogna scendere dalla bike e spingere, mentre Gilio tira fuori le sue doti da super allenato e inizia a salire pedalando.
Entriamo nel bosco, dietro di me Pianura mi chiede a che punto siamo e quanto manca...
Stai sereno, manca poco...
ma mi avevi detto che le salite erano finite, quando siamo ritornati in Svizzera dal Bonello.
Non preoccuparti, manca poco....
Le emoticon qui sopra mostrano com'era il volto del Pianura quando alla fine, il mio non preoccuparti voleva dire 5 km in salita, mai difficoltosa, su sterrato battuto, che in un giorno di semplice pedalata affronti senza nessuna preoccupazione, ma che dopo 40 km, e 7 ore di bike, diventa un "calvario".
Quando non ne hai più, sei al limite, finisci tutte le risorse, incluse quelle idriche, nel cervello iniziano a picchiare i ritmi dello scoppiamento e nelle orecchie ti senti sussurrare dal profondo dell'inconscio "molla che sei finito", è la presenza di validi compagni che ti stimolano con le loro parole (che quasi non vorresti sentire) diventa importante ed indispensabile.
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Devo essere sincero, anche io lungo questo tratto di salita ero alla frutta, quella sciroppata.
L'espressione del mio volto è passata dal sorriso alla disperazione, tant'è vero che il Gilio si è preoccupato.
Ad un certo punto ho cominciato a rifiutare l'aiuto del gioppino per paura che mi comunicasse che mancava ancora molto.
Simone, impagabile compagno di giornata, verso la fine ha dovuto cedere, la stanchezza ha pesato sulla concentrazione, tanto che anche per lui i piccoli ostacoli sono diventati un'impresa.
ma lo spirito del gruppo non è mai morto, ho visto scambi di acqua, scambi di alimenti proteici, parole di conforto, tutti per uno uno per tutti.
E poi, e poi, ecco dopo una leggera discesa, apparire davanti ai nostri occhi la fontanella, si quella che tanto stavamo aspettando, quella che sapevamo di ritrovare al ritorno e che segnava che era quasi finita.
Dire che con quell'acqua ci siamo fatti il bagno non è un'esagerazione, dire che ci siamo bevuti almeno 1 litro d'acqua a testa non è un'esagerazione.
Ora però ci aspettava solo la lunga discesa fino al parcheggio, una lunga frullata sui sassi della mulattiera, tanto da farci venire le formiche nella mani.
Ma poi...
la P del parcheggio, quella P che ci ha fatto tornare in Paradiso ed il sorriso sui volti.
La memoria risveglia i precedenti, in particolare il Legnone, che ho pedalato con altri del gruppo lo scorso anno.
Sono le 19,30 - 11 ore di pura moutainbike
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
brao tibe me someaa de es la', a les ol gir contat so ise, et fac ol giornalista?????
Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
....mi sono emozionata nel tuo racconto bravissimi tutti
p.s. io ho fatto il generoso in trekking carino ma niente a che vedere al vostro super girone
possiamo rifarlo ovviamente il prox anno un pò più easy per una bikerina scarsetta ?
p.s. io ho fatto il generoso in trekking carino ma niente a che vedere al vostro super girone
possiamo rifarlo ovviamente il prox anno un pò più easy per una bikerina scarsetta ?
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
dici sempre bikerina scarsetta, ma sei sempre in prima linea nelle mega pedalate...
complimenti a te
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Finalmente un giro come si deve,dopo tanti intorno alla piazza della chiesa.Bene,come una volta,da piccoli quando si cambiava aria ti davano la purga e voi da bravi figlioli un pò cresciutelli ve ne siete lappati 3 bei cucchiaioni.Ora capisco il perchè del comportamento un pò de cioc che avevate la sera allo sbarco dalla tradotta.Forsa so col moral che fra un mese tutta la fatica fatta sarà completamente dimenticata e l'unico ricordo sarà l'emozione condivisa coi compagni .....e le cicerade del Gilio,quelle a ricordo perenne.Complimenti a tutti i partecipanti e un plauso al capo gita per l'inesauribile resoconto.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
poche volte ho avuto l'onore di pedalare con vecchi biker, ma la loro scuola è di grande insegnamento...elio ha scritto:Finalmente un giro come si deve,dopo tanti intorno alla piazza della chiesa.Bene,come una volta,da piccoli quando si cambiava aria ti davano la purga e voi da bravi figlioli un pò cresciutelli ve ne siete lappati 3 bei cucchiaioni.Ora capisco il perchè del comportamento un pò de cioc che avevate la sera allo sbarco dalla tradotta.Forsa so col moral che fra un mese tutta la fatica fatta sarà completamente dimenticata e l'unico ricordo sarà l'emozione condivisa coi compagni .....e le cicerade del Gilio,quelle a ricordo perenne.Complimenti a tutti i partecipanti e un plauso al capo gita per l'inesauribile resoconto.
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Complimenti "MOSTRI"
“Se un uomo non ha scoperto qualcosa per cui è disposto a morire non è degno di vivere.”
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Re: MONTE GENEROSO (ovvero dentro e fuori, su e giù)
Complimenti ragazzi!!
Ma sti gioppini in discesa sono più lenti di Voi!!
Ma sti gioppini in discesa sono più lenti di Voi!!