Il Misma a modo mio

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CHARLIEMIKE
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Il Misma a modo mio

Messaggio da CHARLIEMIKE »

Sabato 15 marzo, ore 6.30. Inizia la giornata per la quale ho programmato un’escursione sul Monte Misma, una delle prime cime delle nostre Prealpi posta a guardia della Valle Seriana. Per la scalata della vetta ho pensato ad un percorso un po’ alternativo, cercando di scoprire luoghi che non avevo ancora visto. La scelta ricade sulla risalita della Valle del Lujo e poi sul Sentiero del Castagno per salire in quota.
Partenza da Stezzano alle 07.15 in direzione di Albino dove imbocco la laterale per Fiobbio. Fermata ad Abbazia di Albino per ammirare l’abbazia benedettina fondata nel 1136 da un gruppo di monaci che ebbero in dono quelle terre dette di Vallalta dall’allora Vescovo di Bergamo. Ho proseguito poi in direzione di Casale dal cui centro abitato prende avvio il sentiero CAI 513 detto “Sentiero del Castagno”. Più che un sentiero, si tratta in realtà di una strada via ben tenuta, con fondo a tratti in asfalto, sterrato e/o cemento, caratterizzata da alcuni violenti strappi che si inerpicano sul versante nord-est e che portano prima alla località “Prati Alti” a quota 728 mt ed infine alla chiesetta di Santa Maria del Misma a quota 824 mt, in località Costa Misma. La chiesa è in classico stile romanico, a pianta rettangolare, e risale al secolo XI-XII. E’ in ottimo stato di conservazione ed al suo fianco si trova un edificio adattato a ristoro ed ostello per escursionisti.

Proseguendo, ho dovuto purtroppo e mio malgrado scoprire che la salita alla vetta da questo lato della montagna era possibile solo a piedi su un sentiero impervio, molto impegnativo, anche per un normale camminatore, figuriamoci per un biker con MTB al seguito. Ho iniziato l’ascesa salendo per il CAI 511. A quota 920 mt, in corrispondenza un villino isolato di colore verde, ho abbandonato il 511 per seguire dritto lungo una via diretta alla vetta senza numerazione. Prima dell’ultima fatica ho scambiato due parole con il gentile proprietario del villino: simpaticamente mi ha dato del matto per lo sforzo così duro richiesto per salire fin lassù con la bicicletta. Da parte mia gli ho fatto notare che nemmeno lui era stato tanto normale a costruire quella graziosa casetta in cima alla montagna, lontano da tutto. Chissà che fatica.

Gli ultimi 150 mt. di quota sono stati terrificanti. Mi venivano continuamente alla memoria i racconti dei nostri soldati che nella grande guerra portavano i pezzi di artiglieria sulle cime più alte. Forse c’è anche mancato poco per avere un’apparizione di Nostra Signora visto che da quelle parti le apparizioni, vere o presunte, sembrano non scarseggiare. La salita è durata circa 50 minuti su un percorso sassoso, con massi non facili da superare, ma alla fine ecco la vetta e l’agognata croce con la campana.
Il tempo di mangiare qualcosa, recuperare le forze, una foto ricordo, e via in discesa lungo il CAI 539. La discesa si è presentata subito impegnativa, molto tecnica, soprattutto per via delle grosse pietre ad ostruire il percorso, anche con alcuni passaggi rischiosi che ho preferito superare a piedi per ridurre al minimo i rischi dell’escursione.

Giunto a Pratolina, sul crinale alto della località Spersiglio, ho scoperto che il mio GPS aveva inspiegabilmente smesso di funzionare (in realtà trattasi dell’applicazione Maps 3D su IPhone5). Così, anziché seguire fedelmente il sentiero, ho mancato una deviazione e sono finito su ramo che si disperde nel bosco a quota 690 mt. Vagando tra alberi, rovi e cespugli che mi hanno letteralmente scorticato le gambe, mi sono fermato, ho resettato l’IPhone e finalmente il GPS ha ripreso a funzionare permettendomi di capire che il CAI 539 era esattamente 20 metri più a valle. Raggiunto il sentiero ho proseguito sino alla Forca e poi all’abitato di Pradalunga e quindi rotta verso Stezzano lungo la ciclovia del Serio.

La scalata del Misma dal versante nord-est è stata molto impegnativa, forse più del previsto per la dura ascesa alla vetta con la bici in spalla. Credo che ancora una volta ho dovuto ricordare a me stesso che la traduzione di mountain biker è “ciclista di montagna” o forse si potrebbe anche dire “montanaro ciclista”. Anche la discesa ha presentato a tratti consistenti livelli di difficoltà, ma alla fine la soddisfazione è stata grande. Il mio progetto di scalata di tutte le prime cime delle prealpi si sta lentamente concretizzando: in cassaforte ho Monte Linzone, Monte Canto, Monte Misma. Mi restano il Canto Alto ed il Monte Ubione e poi … si vedrà.
Ciao a tutti ed alla prossima.
Mario.

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