LA SFIDA

[TARTA]

Che brutto titolo per un forum che ha come motto: "Pedaliamo per passione e non per competizione".
Ma questa non vuole essere una sfida classica, come quelle contro il tempo, o quelle dove si deve arrivare prima degli avversari.
Questa è una sfida particolare, una sfida con tanti obiettivi da raggiungere, una sfida divenuta gioco, ma prima ancora, fatica e sacrificio.
Ma che strana sfida è?
Una sfida iniziata ben tre anni fa, quando durante una cena di Natale, alla mia richiesta di partecipazione, Gianpietro Giupponi, che credo non abbia bisogno di presentazioni, ha risposto confermando la sua presenza.
E proprio durante quella cena, a cui hanno partecipato anche parecchi di voi, che fra un piatto e l'altro, ma soprattutto fra un bicchiere e l'altro; ha preso vita l'idea di incontrarci e pedalare sulle Orobie.
Fino qua niente di particolare, tutto nella normalità.
Ma propio qui, ha inizio questa sfida, che, ripeto, non ha nessun scopo competitivo.
Ma perchè allora, la chiamo sfida.
Perchè per raggiungere il primo obiettivo, ci sono voluti ben 3 anni.
Nel frattempo ci siamo rivisti, sempre in occasione di cene natalizie, dove, ogni volta, si rinnovava l'impegno.
Poi dopo l'ennesima serie di messaggi, sembra che sabato 15 settembre 2012, possa essere il fatidico giorno.
Qualche giorno prima, il meteo si schiera contro, mercoledì 12 piove, forse meglio rinunciare, ma le previsioni per sabato sono ottimali, quindi si prosegue nell'organizzazione.

[TARTA]

La scelta dell'itinerario.
Tre anni per organizzare una pedalata, e poi ci si devono creare dubbi sull'itinerario da pedalare?
Ma sicuramente uno dei più duri, tratto dal sito di colui che farà da guida alla pedalata: "IL SENTIERO DEI LAGHI".

[gpsies]saeomjltevvxwaom[/gpsies]

Ecco un altro obiettivo, della mia personale sfida.
Portare a termine il giro: 48 km, 2140 mt dislivello +, di cui alcuni tratti da compiere con bike a spalla salendo su gradoni di roccia dei quali è impossibile descrivere la pendenza, oltre il biketrekking, più vicino all'arrampicata.
E chi da queste parti è già passato, può confermare quanto scrivo.

[TARTA]

Piccolo preambolo del personale modo di vedere la mountainbike.
Anche in questo forum, spesso si legge di come ognuno interpreta a propio piacimento, la mountainbike.
Mai e poi mai mi permetterò di dire che pedalare ruote da 29" oppure scendere a palla da sentieri impossibili, sono modi sbagliati di fare mountainbike.
Pedalare a contatto con la natura, da un senso di libertà ineguagliabile, e allora perchè racchiudere questa libertà in un numero o spegnerla dell'adrenalina.
E' racchiusa in un articolo, pubblicato da una rivista bergamasca che parla di sport, scritto da "uno di noi"; una frase che mi permetto di elogiare: "Forse è esagerato dire che certe esperienze fanno crescere l'essere, ma di certo aiutano a scaricare lo stress e a caricare lo spirito!!!"
C'è poco da aggiungere...

Ma ades piantela e contà sò de la pedalada...

[TARTA]

La pedalata
A questo appuntamento, non voglio andare solo, vorrei che qualcuno del gruppo mi accompagnasse, il primo a confermarmi la sua disponibilità è il "no limit".
An và bè!!!!
Proprio da uno di quelli che non si ferma davanti a nessun ostacolo mi devo far accompagnare.
Le capacità pedalatorie di Gianpietro, non le conosco, speriamo non sia una copia del no limit.

N.B.: ricevo la conferma dal no limit, venerdì pomeriggio alle ore 15,00. Mi chiede l'ora di partenza prestabilita, ore 5,30 gli rispondo.
Osti (al fa lù) stasirà ndò a balà, e rierò ai dò e meza, ma fa negòt ai sic e meza a so a cà tò....

Minkia...
Ma alle 5,30 puntuale arriva in sella alla sua bike (anche lui ha vinto una sua personale sfida)

[TARTA]

Un'ora di macchina ci aspetta per arrivare al luogo fissato per l'incontro.
E dopo un'ora giungiamo sul posto, in perfetto orario, Gianpietro ci sta aspettando all'interno della sua auto, fuori ci sono 6 gradi.
Siamo sulla Statale della valle Brembana, appena oltre l'abitato di Moio de Calvi, sul parcheggio che si incontra a destra, appena oltrepassata la galleria ed il bivio che conduce a Roncobello.
Saluti di rito e via, sono le 6,30 c'è ancora buio quando iniziamo a pedalare.
Ci dirigiamo verso Branzi, con sosta obbligata per caffè della sveglia, e poi Carona.

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[TARTA]

Fino a Carona nessuna nota particolare, senonchè questo tratto di strada è stato sufficiente a farmi capire che Gianpietro è una perfetta copia di no limit.
Si, si, sono capitato propio bene.
Ma questa pedalata l'ho cercata e voluta parecchio tempo fa, quindi devo solo convincermi che al mio fianco ho ottimi compagni.
Lasciamo Carona ed iniziamo a pedalare lungo il sentiero che ci condurrà al Rifugio Calvi.
Non è la prima volta che passo da queste parti, l'ultima due anni fa in compagnia di altri del gruppo, che ricorderanno questa cascata.



Lungo il sentiero sono aumentati i tratti cementati, per facilitare il percorso alle jeep che fanno da spola fra Carona e il Rifugio Calvi e il Longo.
Quindi anche la pedalata risulta facilitata, ma non ricordo che ci fossero cos' tanti tratti con pendenze esagerate, tanto che sono sceso parecchie volte dalla sella e ho spinto la bike, superato anche dagli escursionisti trekking che mi incitavano durante la salita.
Da Carona al Rifugio Calvi, sono 10 km; 10 km di Via Crucis, e come una Via Crucis che si rispetti, non ho mancato di fermarmi a tutte le stazioni per riprendere fiato.



Non sono sicuramente mancati gli incitamenti dei compagni di pedalata.
Io sudato fradicio e bocheggiante, loro allegri e freschi come le rose.
Tutto intorno, il fantastico panorama delle Orobie.



Poi dopo un ultimo strappo, si scorge la sagoma del Lago Fregabolgia, che per me significa tratto che lo costeggia pianeggiante.

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E poco dopo l'arrivo al Rifugio Calvi.

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Sono quasi le dieci, il sole nel cielo toglie l'umidità dall'aria, umidità che ci ha accompagnato per tutto il tratto nel bosco.
Questo sole ci farà compagnia per tutto il resto della giornata.
Al rifugio una tazza di te caldo, è propio quello che ci vuole.
Poco dopo il nostro arrivo giungono altri tre biker, guardano la maglia e si identificano come biker di Verdello, ma quando ci chiedono quale itinerario stavamo percorrendo, unanime è stata la loro risposta: "oter si mac".

[TARTA]

Le Orobie
Vero, esistono mete, più ricercate fra i biker di tutta la penisola, mete sovrastate da paesaggi favolosi, regalati da un susseguirsi di monti, fiumi e laghi spettacolari.
Ma le Orobie, poco hanno da cedere al paragone.
Basta qualche raggio di sole e mentre si pedala lungo i nostri sentieri, gli occhi vengono ripagati dalla fatica.
Forse il fatto di poterle cavalcare quando si vuole, ci distrae e ci porta verso mete più lontane.
Ma sarebbe buona cosa, scoprire quante meraviglie ci sono a pochi chilometri da casa.
Vero, anche, che i dislivelli sono differenti, in pochi chilometri sulle orobie, si sale di parecchi metri, mentre in altre zone, raggiunta la quota si può pedalare quasi senza far fatica.

[TARTA]

Ma torniamo alla pedalata.
Dopo aver ripreso fiato, lasciamo il Rifugio e ritorniamo dall'unico dal sentiero che ci ha portati fino a qua.
Oltrepassiamo la diga, scendiamo fino alla base, e torniamo sempre lungo questo sentiero, fino ad incontrare il segnale CAI 213.
E qui ha inizio ancora un'altra sfida.
Scendiamo nel prato, e raggiunto la dorsale opposta della piccola valletta, iniziamo a pedalare lungo il 213.
Inizialmente ti ritrovi a pedalare quasi in piano, ma poi il susseguirsi di tratti rocciosi, ti obbligano ad un continuo sali e scendi dalla bike.
Difficile descrivere la difficoltà di questo tratto di sentiero, quando pensi di far riposare le gambe, ti ritrovi ad affrontare un tratto a spinta, quando finisce il tratto a spinta, inizia un tratto roccioso tecnico pedalabile, in salita; quando finisce il tratto roccioso ricomincia una leggera salita a spinta.

..

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E spingi, e pedala, e spingi, e pedala.. e spingi, e pedala, ecco la sotto il lago Sardegnana.

[TARTA]

Giunti al lago, ci concediamo ancora una pausa barrette, in compagnia degli unici due escursioni trekking che abbiamo incontrato dopo 2 ore di sentiero.
Mentre consumiamo al "ricco pasto", Gianpietro ci istruisce sul tratto di sentiero che andremo a percorrere.
La Sardegnana, una strada scavata e "pech e pala" negli anni che furono, da dipendenti enel per collegare la diga del Lago Sardegnana a quella dei Laghi Gemelli.
E poi aggiunge, quasi sottovoce: ..."non sapete ancora cosa vi aspetta..."
Azz.. come cosa vi aspetta, è tutta mattina che spingo e spingo e mi dici che dovrò spingere ancora di più...
Ecco l'espressione del suo viso
Be c'è poco da fare; volevi pedalare il "Sentiero dei laghi", allora pedala.
Si riparte, pochi metri e... azz, avevi propio ragione Gianpietro...

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La Sardegnana in alcuni tratti ricorda il Tracciolino, sentiero a strapiombo sulla valle, un filo d'acciaio a protezione del passaggio, gallerie, curve a gomito.

Peccato per la bassa qualità di questa immagine




I migliori passaggi su questa sentiero sono stati filmati, e saranno visibili nel video della pedalata.
Poi abbandonato il costone della montagna e oltrepassato l'ennesimo strappo in salita con bike a spinta, ci dirigiano verso unì'ampia valle, dove raggiungiamo il Lago Marcio.

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[TARTA]

Costeggiamo il lago fino a giungere all'estremuità opposta, dove incrociamo il sentiero 211 che da Carona porta al Rifugio Laghi Gemelli.
I primi 15 minuti sono impressionanti, un dislivello da superare con bike in spalla, ma che se ti scivola un piede, ribalti tu e la tua bike.
Certo vedere là davanti il Gianpietro salire come uno stambecco, sembra che non sia faticoso, ma lui è nato su quelle pietre, e sicuramente non è esagerato dire che le conosce tutte.

..


continua

[Ramos]

non ho parole, complimenti a tutti.

.... anche un po' di invidia per un giro fantastico!!

bellissime le foto !

[Ale]

Bellissimo giro TARTA!
Fatto l'anno scorso ed è vero, devi spingere per diversi tratti e il dislivello è di tutto rispetto, però ripaga a pieno tutta la fatica fatta! Anche noi avevo trovato una giornata limpida e tiepida percui i panorami erano perfetti facendo risaltare tutti i colori delle nostre montagne. Molto suggestivo il tratto del sentiero delle Orobie tra Calvi e Gemelli.

Ricordo le parole dette da una escursionista incrociata sul tratto dal Rif. Gemelli al passo di Mezzeno: "Complimenti ragazzi, però quando arrivate a casa andate a farvi vedere... ma da uno bravo però!"

Complimenti ancora!
Ciao Ale

[elio]

P.S Chiedi al Gilio notizie di quello che per lui è il Sentiero dei Laghi...Sentet so,perchè l'elenco l'è n'po lonc.

[TARTA]

Rifugio Laghi Gemelli, la mia memoria, ricorda delle lunghe scarpinate faticose per arrivarci, ma era parecchio che non passavo da queste parti, inoltre non mi ricordavo di aver visto biker nella zona.
E di fatti così si è rivelato, gli unici ad arrivare al rifugio con la "bicicletta" eravamo noi.
"Bicilcetta", è stata la domanda che mi ha fatto all'interno del rifugio, mentre bevevo il the, un escursionista, guardando fuori dalla finestra mi ha chiesto: "Ma voi siete arrivati fino a quà in bicicletta?".
Prima che gli rispondessi si, sinceramente mi è venuto un po' da ridere.
Gianpietro ha incontrato colleghi di lavoro a cui abbiamo chiesto di farci alcune foto.

...

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Lunga pausa ai gemelli, forze quasi finite, anche al momento dello scatto delle foto, non volevo spostare la bike, per la stanchezza.
Una stecca di cioccolato divisa con i compagni d'avventura, le ultime barrette, il racconto geostorico di Gianpietro per illustrarci la zona, i suoi monti e le caratteristiche, cambio abbigliamento e poi di nuovo in sella.
Ora vedo la in fondo, cosa mi aspetta come tratto finale.
Lasciamo il rifugio ed iniziamo a pedalare lungo un tratto apparentemente pianeggiante, che costeggia il lago.
Ci avviciniamo al passo di Mezzeno, non ci vuole molto in sella alla bike, ma appena abbandoniamo il lago, un muro di pietra ci aspetta davanti a noi, e deve essere superato.
La traccia del sentiero è invisibile, per forza, come è possibile individuarla, se questo tratto è cosposto solo da rocce.
Si intravedono qua e la le possibilità di passaggio.
Lo stambecco brembano con la bike sulle spalle è la davanti ad indicarci il percorso, subito dietro, l'incedibile no limit con bike altrettanto a spinta, poi io.
Ogni 10 passi una sosta, respiro, riprendo, il pensiero di chiedermi chi me l'ha fatto fare mi perseguita.
Incrocio due attempati signori che scendendo dal passo si stanno dirigendo al rifugio gemelli, mi fanno i complimenti, ma dopo avermi guardo bene in volto mi chiedono da dove veniamo.
"Dal Calvi", rispondo, lei guarda lui, 3 secondi di pausa... "Dal Calvi" mi richiede lui... "Ma a che ora siete partiti?", "Alle 6,30", guarda l'orologio che segna le 13,30.
"Sono sette ore che state pedalando?"
"Sì", "Voi siete matti, dovete avere una passione per quelle biciclette..." è la scignora che parla.
"Complimenti ragazzi, e buona pedalat".
"Grazie per i ragazzi signora, e buona camminata anche a voi".

...

[TARTA]

Ma non manca molto.
In cima al passo i compagni mi incitano, qualche spinta e ci siamo...



Qua sopra fischia una bella ariettina fresca. La foto a ricordo non può mancare.



La croce ha un grande significato, portata lungo la via crucis fino al calvario.
Si proprio così, da qui in avanti, ci aspetta la discesa, quindi anche la nostra via crucis è finita, ed in cima al punto più alto della pedalata la croce, che segna il nostro calvario.
Indosso il giubbino wind-stopped e poi "mi butto" a seguire gli altri, in discesa lungo il sentiero.
"Mi butto", che mi butto e butto. Il primo pezzo, causa gradoni e sassi smossi è da fare a piedi, tranne che in piccoli tratti che si riesce a stare in sella.

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..

[TARTA]

Non faccio in tempo a raggiungere un tratto pianeggianche che....

..

Sicuramente un sasso lungo la discesa ha colpito il deragliatore posteriore rompendolo.
Entrano in funzione i meccanici, io me medesimo, e dopo aver aiutato parecchi altri a sistemare guasti meccanici, questa volta sistemo i miei.
Tolgo il deragliatore, accorcio la catena e si prosegue.
Scendiamo lungo pratoni fino a giungere a Roncobello.

..

L'itinerario prescelto sarebbe dovuto passare lungo la pista di fondo, saltiamo questo tratto vista la situazione della mia bike.
Quindi scendiamo lungo asfalto, appena oltrepassato l'abitato di Roncobello, prendiamo a destra una mulattiera, che a gradoni nel bosco ci conduce al punto di partenza.

..

All'arrivo, il no limit mi dice, giro duro, ma non sono stanco, forse perchè lungo il percorso mi sono fermato tante volte ad aspettarti...
To ciàpa

sabato 15 settembre 2012
ore 16,30 - arrivo alle auto (complimenti, saluti e pacche sulle spalle fra i partecipanti)
ore 17,30 - arrivo a stezzano
ore 20,00 - cena finita, sono sul divano 1, 2, 3... la mia personale sfida è finita

[JJ8BGY]

MITICI!!!!!!!

p.s. "oter si mac"

[elio]

Beh,dai la tua sfida da vecchietto l'hai vinta,potrai raccontarla ai tuoi nipoti fermando il racconto ogni tanto per sistemarti la dentiera.

P.S. 100mt usciti da Capovalle a destra salita 200 su asfalto inizia la strada piana,un vero godimento e ti raccordi al sentiero che sale da Roncobello.Lo si può fare anche con la graziella,e nella nuova condizione della bici saresti andato sull'olio.

Parte proprio da qui http://rete.centrometeolombardo.com/ber ... ovalle.jpg

[TARTA]

esatto, sfida da povero vecchio, ma visto che chi mi accompagnava, era più vecchio di me...
devo consolarmi per aver portato a termine il giro...
gli altri alla fine erano freschi (leggi no limit).


approposito, quei filmati di una precedente pedalata in valle brembana tua e degli altri due, sono usciti dalla "someansa"?

[elio]

esatto, sfida da povero vecchio, ma visto che chi mi accompagnava, era più vecchio di me...
devo consolarmi per aver portato a termine il giro...
gli altri alla fine erano freschi (leggi no limit).


approposito, quei filmati di una precedente pedalata in valle brembana tua e degli altri due, sono usciti dalla "someansa"?

L'esperienza è maestra di vita,la prossima volta, vista l'amara esperienza,sarà sicuramente immune da difetti.Il programma è stato scaricato e le prove di registrazione felicemente effettuate,perciò...sperem.
Comunque Micromix ha fotografato e filmato con la sua camera,prova a dargli la sveglia.

[gigi.ultra]

complimenti bel giro belle foto MITICI

[Kaora]

Massimo rispetto complimenti

[TARTA]

[elio]

Finalmente un lavoro in cui sei un protagonista davanti e non dietro la camera,ci voleva proprio Gianpietro per scollarti da quell'obbiettivo.Bel lavoro complimenti a tutti i partecipanti.

[TARTA]

In veritàla acchina fotografica era la scusa per fermarmi ariposare (oltre che a ar foto), ma quando hanno mangiato la oglia, mi hanno detto: "cià che te fo me i foto", belle, certo, ma così non mi hanno più lasciato tirare il fiato